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28
Mar

Il bullismo: tra fenomenologia e intervento

Il tema del bullismo richiama sempre una forte attenzione pubblica e sociale. Risulta essere un fenomeno, seppur ormai molto conosciuto, radicato fortemente fra i giovani, come si può constatare dalle frequenti notizie di cronaca. Si adegua ai tempi che cambiano e si trasforma nelle sue manifestazioni, proprio per questo rimane difficile arginare la sua diffusione e i suoi effetti. Può portare con sé conseguenze psicologiche ed emotive gravi per lo sviluppo, per questo è determinante continuare a sensibilizzare ed intervenire precocemente.

 

COS’È IL BULLISMO?!

Il bullismo è un fenomeno sociale oggetto di studio di diverse discipline. Con il termine bullismo si intende un fenomeno multidimensionale, che può includere una vasta gamma di comportamenti.

Una persona vittima di bullismo è prevaricato o vittimizzato quando è esposto ripetutamente, nel corso del tempo, ad azioni offensive messe in atto da uno o più compagni (Olweus 1993)

 

COME SI MANIFESTA?

Il bullismo si basa su alcune specifiche caratteristiche:

  • Intenzionalità: sono messi in atto comportamenti volontari dal bullo, per provocare un danno alla vittima o per divertimento
  • Persistenza nel tempo: le azioni dei bulli durano nel tempo
  • Asimmetria nella relazione: per ragioni di età, di forza, di genere e/o per popolarità rispetto al gruppo di coetanei
  • La vittima non è in grado di difendersi: è isolata e ha paura di denunciare gli episodi di bullismo perché teme possibili ritorsioni

 

 COSA NON È?

  • uno scherzo: nello scherzo l’intento è di divertirsi tutti insieme, non di ferire l’altro
  • un conflitto fra coetanei: il conflitto, come può essere un litigio è episodico

 

QUALI FORME ASSUME?

Il bullismo diretto, caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e può essere suddiviso in:

  • fisico: il bullo colpisce la vittima in maniera fisica, con azioni aggressive, anche verso gli effetti personali della persona presa di mira.
  • verbale: il bullo prende in giro la vittima attraverso insulti, offese affermazioni razziste, discriminatorie e minacciandola verbalmente

Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso. Tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo di pettegolezzi e calunnie sul suo conto. Il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo.

 

QUALI SONO LE PARTI COINVOLTE?

Nelle azioni di bullismo si riscontrano i seguenti ruoli:

  • Bullo: è colui che fa prepotenze ai compagni
  • Vittima: è colui che subisce le prepotenze
  • Complice: colui che, ride all’azione del bullo, lo incita, ne prende parte
  • Spettatore silente: colui che partecipa all’evento, senza prendervi parte attivamente
  • Difensore: colui che prende le parti della vittima

Il ruolo del gruppo influenza fortemente  il comportamento del bullo

 

PERCHÉ SI DIVENTA BULLI E VITTIME?

Nel tempo, si sono messe in evidenza caratteristiche che possono influenzare le dinamiche del bullismo come:

Il Concetto di sé: aspetti cognitivi su come ci si vede e ci si descrive nei vari ambiti della vita

L’Autostima:  gli aspetti valutativi del sé, il valore che attribuiamo a noi stessi

Empatia: capacità di mettersi nei panni degli altri

Resilienza: capacità di far fronte alle avversità mantenendo fiducia in sé stessi

 

Le VITTIME si caratterizzano solitamente per:

  • Basso concetto di sé
  • Scarsa autostima
  • Bassa capacità di resilienza
  • Sottomissione, che attiva una risposta vista come stimolante da parte del bullo

I BULLI  si caratterizzano solitamente per

  • Elevato concetto di sé, ma in realtà è un tentativo di sembrare ciò che non si è
  • Spesso caratterizzati da
un’alta autostima, in realtà spesso “autostima difensiva”

 

CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE DEL BULLISMO?

Essere vittime di episodi di bullismo da bambini può comportare difficoltà non solo nell’immediato, ma comporta un rischio di sviluppare diverse tipologie di disturbo nel tempo. Numerosi studi hanno evidenziato che, le vittime di bullismo continuano nel tempo a presentare in misura rilevante, disturbo d’ansia, sintomi di stress, depressivi, spesso i ragazzi decidono di ritrarsi da scuola  ed isolarsi. Per coloro che invece hanno caratterizzato il loro passato esclusivamente con il ruolo di bullo incorrerebbero il  rischio di sviluppare un disturbo del comportamento nella sfera antisociale.

COME SI PUÒ INTERVENIRE?

  • Promuovere comportamenti pro-sociali e cooperativi, soprattutto nelle scuole, teatro della maggior parte dei fenomeni di bullismo
  • Valorizzare le differenze individuali
  • Promuovere le capacità empatiche
  • Stimolare lo sviluppo di una sana autostima
  • Responsabilizzare i giovani rispetto al loro ruolo, soprattutto se spettatori

 

Dott.ssa Roberta Mattone

Psicologa clinica
Esperta in Psicodiagnostica clinica

www.centroiltulipano.com

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