Nuove tecnologie e sviluppo dei Disturbi Alimentari
Negli ultimi anni i Disturbi Alimentari sembrano aver raggiunto numeri così elevati da essere considerati un’epidemia sociale (leggi anche
Le nuove forme di disagio alimentare: ortoressia, bigoressia e drunkoressia) Inoltre, un dato ancora più preoccupante, è che l’età di esordio diminuisce progressivamente tanto che alcune situazioni arrivano all’attenzione dei clinici anche a 8-9 anni.
Una delle domande che i professionisti del settore si sono posti, e che spesso anche i genitori rivolgono loro, è se l’uso di internet, e dei social network in particolare, possa avere un ruolo nello sviluppo di un ideale di bellezza e di forma fisica sempre più androgino e “anoressico”.
La domanda non è banale. L’uso di internet, ed in particolare dei social network, è largamente diffuso tra adolescenti. In Europa circa il 70% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni ne fa uso, e tra questi, il 40% trascorre almeno 2 ore al giorno online (Tsitsika et al., 2014). Tramite la registrazione al sito, ogni utente può creare un proprio profilo personale, con foto e descrizioni, nonché guardare e commentare i profili degli altri iscritti, leggendo allo stesso modo i commenti degli amici virtuali sulla propria pagina.
Alcuni ricercatori hanno, perciò, indagato il rapporto tra l’utilizzo dei social network e i sempre più diffusi Disturbi Alimentari con esordio in adolescenza e preadolescenza.
La letteratura più recente ha sottolineato che esiste una associazione tra l’esposizione ai media, l’insoddisfazione corporea e i Disturbi Alimentari. Un meccanismo chiave risulta essere il confronto sociale (Smith et al., 2013): l’utilizzo della piattaforma social allo scopo di operare confronti sociali o auto-valutazioni negative sembra portare ad un aumento dei sintomi bulimici di binge/purge. Tale relazione è mediata dall’insoddisfazione corporea, che emerge soprattutto quando gli utenti effettuano confronti con le foto dei coetanei, in particolare quelli magri e attraenti (Rodgers & Melioli, 2016). Inoltre, la ricezione di commenti negativi in risposta ad aggiornamenti di status o alla ricerca di feedback è stata associata con livelli più elevati di preoccupazioni riguardanti il peso, la forma e l’alimentazione (Hummel e Smith, 2015).
All’interno di una eziologia multifattoriale, quindi, esiste un’associazione tra presenza di sintomi alimentari e mass media, in particolare i social network. Quest’ultimi possono facilitare i confronti con modelli di bellezza irraggiungibili e influenzare la soddisfazione corporea e l’autostima dell’adolescente. I ragazzi interiorizzano tali ideali e, quando la loro apparenza non corrisponde a tali stereotipi, si sentono poco soddisfatti del loro aspetto esteriore e sperimentano insoddisfazione corporea.
In maniera straordinariamente facile, inoltre, è possibile entrare in contatto con i cosiddetti pro-anorexia websites o siti pro-Ana. Nati in epoca relativamente recente come movimento online di supporto alla virtuosità dell’Anoressia Nervosa (Norris, Boydell, Pinhas e Katzman, 2006), contengono informazioni ambigue e fuorvianti, promuovendo il disturbo come filosofia di vita e non come elemento patologico e motivo di sofferenza. Il materiale comunemente presente si focalizza sulla thinspiration e si traduce in immagini di ragazze emaciate che tendono a rinforzare la distorsione dell’immagine corporea tipica del problema anoressico. Le immagini motivano alla perdita di peso corporeo, rinforzando i comportamenti restrittivi (Biolcati, 2010). L’esposizione al sito sembra avere effetti negativi immediati sulle ragazze giovani, in particolare una diminuzione dell’autostima e dell’auto-efficacia percepita, nonché una influenza sul confronto con l’immagine femminile e sulla piacevolezza di comportamenti legati al cibo, all’esercizio fisico ed al peso (Bardone-Cone e Cass, 2007).
Tali dati suggeriscono la necessità di una maggiore attenzione ai processi implicati nell’utilizzo dei social network e ai meccanismi che regolano la relazione tra l’uso delle piattaforme social, l’insoddisfazione corporea e i sintomi alimentari, favorendo un uso positivo del mondo web a cui si affacciano sempre di più anche i giovanissimi.
Sia l’Anoressia che la Bulimia, infatti, possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. Questo rischio impegna sia i familiari a un’attenzione maggiore a comportamenti e pensieri “a rischio” (leggi anche
Anoressia Nervosa in adolescenza: qual è il ruolo dei genitori?), sia i professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza a una diagnosi precoce e a un intervento terapeutico corretto, centrato non solo sul comportamento alimentare ma anche sul disagio emotivo sottostante il sintomo, sulla sofferenza familiare, e sull’eventuale comorbidità psichiatrica.
Dott.ssa Michela Criscuolo
Psicologa clinica
Responsabile dell’Area di Valutazione Psicodiagnostica clinica e peritale
Esperta in Psicodiagnostica e in Diritto del Minore, Mediatore Familiare
Rete Psicologi Alimentari (PASS) – Ordine degli Psicologi del Lazio